All'UNICEF parlano a vanvera

L’ONU ha la fama di essere un’organizzazione corrotta, inefficace, elefantiaca. L’UNICEF ne ha ereditato le caratteristiche.

Sono stato un po’ sotto tiro (per mail) oggi per le mie tesi sul lavoro minorile, così ho reagito leggendomi report e documenti e riflettendo sulla questione. Sono incappato in questo documento dell’UNICEF: The 1997 state of the world children.

Non credo valga la pena leggerlo. Fondamentalmente, si tratta di:

  • moralismo d’accatto – come le tirate contro il profitto: notate che non ci sarà mai nulla che potrà risolvere i problemi della fame oltre al mercato
  • ignoranza di economia – "sono le minoranze etniche in genere a far lavorare i minori, perchè all’opinione pubblica non interessano": immagino che la spiegazione "perchè hanno redditi minori" era troppo razionale e ragionevole per un burocrate dell’ONU
  • wishful thinking – che il lavoro minorile si possa eliminare è affermato ripetutamente: come non è spiegato.

Ma il Panel 12 a pagina 60 è molto simpatico, perchè mostra quanto possono essere demenziali i burocrati dell’UNICEF, anche quando correggono gli enormi danni che il moralismo da quattro soldi provoca.

  • L’industria tessile del Bangladesh faceva lavorare molti bambini, soprattutto bambine, circa 60,000 persone.
  • Nel 1992 un senatore americano fece passare una legge contro il lavoro minorile, e le fabbriche del Bangladesh cominciarono a licenziare i bambini per evitare di perdere esportazioni.
  • Circa il 75% (non si capisce molto dai dati Unicef) dei bambini fu licenziata.

Il burocrate dell’UNICEF dice che le conseguenze non erano state anticipate. Ovviamente: se era perspicace faceva un altro mestiere. Dice pure che i bambini erano stati liberati: da cosa non si sa, visto che nessuno li teneva in gabbia. Ah, sì, liberati dal lavoro: quello è facile, basta aumentare i salari minimi per liberare dal lavoro milioni di ex-occupati, come dice la teoria economica, è quello che gli italiani fanno nel Meridione, e i tedeschi fanno in Germania Orientale… tutti sono molto contenti di essere liberati. Vabbè, continuiamo:

  • I bambini non andarono comunque a scuola (del resto, come avrebber potutto vivere?), ma andarono in miniera (bello!) o si prostituirono (i pedofili sono fan dell’ONU, parrebbe).
  • Come se non bastasse, le madri, per accudire i figli, persero il lavoro. Comincio a pensare che sia necessario vietare i buoni propositi per legge: ma forse basta impedire che si facciano le leggi sulla base di buoni propositi.
  • Nel 1995 si fece un accordo, in cui i produttori tessili bengalesi misero 1,000,000$ (non si sa nulla delle controparti). L’accordo comprendeva: il licenziamento temporaneo dei bambini per 4 mesi, il blocco delle assunzioni, l’educazione dei bambini in una scuola, il dar loro uno stipendio mensile, il far lavorare i genitori al posto loro, il dare accesso al credito alle famiglie.
  • Come ulteriore buona idea, si impedì il licenziamento nel caso non ci fosse un’alternativa credibile al lavoro minorile.
  • Nel 1996, 4000 bambini cominciarono ad andare a scuola. Gli altri non si sa, bisognerà fare un’inchiesta tra i pedofili per determinarlo.
  • Non si sa se questo programma sia sostenibile nel lungo termine. Però è decisamente una bella vacanza per quel 10% dei bambini che ne traggono giovamento.

Tutto è bene ciò che finisce bene, quindi. Peccato che all’UNICEF non conoscano nè l’economia nè probabilmente la logica. Se i bambini lavorano perchè non sanno come vivere, è ovvio che se vengono pagati per andare a scuola ci vanno… è una cosa che capiscono tutti, non si capisce perchè i burocrati dell’UNICEF sembrano credere d’aver fatto una grande scoperta.

Ma se si va spontaneamente a scuola, sotto queste condizioni, a che serve vietare il lavoro minorile? Le persone scelgono ciò che preferiscono: tra andare a scuola e andare a lavorare è verosimile che si scelga la prima, a parità di condizioni. La parità di condizioni è ristabilita proprio dal fatto che i bambini sono pagati per andare a scuola. Per tutti gli altri, che non si capisce che fine abbiano fatto (probabilmente stanno in miniera o nei bordello, o, lo spero per loro, fanno gli operai tessili), il lavoro era la scelta migliore.

Quindi non c’è alcun motivo razionale per vietare il lavoro minorile, mentre fornire i mezzi per studiare come beneficenza può essere un modo per attutire il problema, senza necessità di usare coercizione contro i produttori tessili, i lavoratori bambini e i loro genitori.

Se i soldi dell’UNICEF venissero usati per comprare scatole di fagioli e piselli per il Terzo Mondo sarebbe meglio. I buoni propositi non sono un bene scarso; le buone analisi purtroppo sì.

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13 risposte a All'UNICEF parlano a vanvera

  1. pierinolapeste ha detto:

    Se vai a questa pagina:
    http://tinyurl.com/ypzy7v
    scoprirai che al’Unicef non conoscono neanche l’aritmetica.
    Un paese con 147 milioni di abitanti e 144mila Km quadri di superficie, ha mediamente circa 1000 abitanti per Km quadro.
    nella pagina linkata scrivono:
    “il Bangladesh vive ancora forti condizioni di povertà causata anche dall’alta concentrazione di abitanti (quasi uno per metro quadrato)”.
    TERRIFICANTE!

  2. LibnonLab ha detto:

    AAAAAAAAAAH! Questa è davvero bella!!! Non è solo questione di aritmetica,bisogna essere deficenti. Ma come si fà a pensare ad una folla che copre 144mila Kmq?

  3. Libertarian ha detto:

    Pensavano che era il concerto del Primo Maggio.

  4. Wellington ha detto:

    Una persona per m2? In Bangladesh vivono in ascensore?

  5. Libertarian ha detto:

    No, sono i burocrati dell’Unicef che vivono ai piani alti…

  6. LibertyFighter ha detto:

    ahahah
    PS
    Sii meno tecnico! Non si capisce nulla di questo blog :P:P:P
    PS
    Gli articoli numerati sono quelli che scrivi per IBL ??

  7. Libertarian ha detto:

    PS2: ancora che credi a ‘sto scherzo degli articoli! Vabbè che c’è gente che ha creduto che sabato sera stavo in un night mangiando sushi sul corpo di una modella nuda, però che diamine! 😀

  8. LibertyFighter ha detto:

    MaVaff.
    E che ne so, per me poteva pure essere. Chi c’ha voglia di scrivere tutta l’economia austriaca gratis per l’IBL?
    Solo tu ho pensato.
    PS3
    Per quanto riguarda il sushi, sono convinto di trovare un locale che ti fa mangiare in quel modo. Bisogna sempre vedere quanto si spende, ma potrei trovarlo:P

  9. Libertarian ha detto:

    Vacci e dimmi com’è… io mi impressiono all’idea che i tavoli parlino e si muovano. 🙂

  10. LibnonLab ha detto:

    Come tavoli non sono male, almeno hai il posto per le bacchette.

  11. MelancoliaI ha detto:

    fornire i mezzi per studiare come beneficenza può essere un modo per attutire il problema, senza necessità di usare coercizione contro i produttori tessili, i lavoratori bambini e i loro genitori

    Era quello che cercavo di sostenere nel mio commento al post “Dietro una borsa falsa…” 🙂

  12. Libertarian ha detto:

    Oddio… una ragazza che legge i commenti sul sushi bar… che vergogna… 😀

    Cmq l’avevo capito…

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